Un simulatore per ritrovare la propria indipendenza
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Un simulatore per ritrovare la propria indipendenza


Ci sono simulatori per ogni genere di aerei, quelli capaci di riprodurre tutte le sensazioni di un’auto di formula uno e poi ci sono simulatori in grado di restituire ai bambini un po’ della loro indipendenza. Specie se sono disabili e hanno bisogno di imparare a usare in fretta una sedia a rotelle con un motore elettrico. Un PWC (Power Chair) è un mezzo costoso, ma in Israele il Ministero della Salute finanzia interamente l’acquisto ai ragazzi che ne hanno bisogno, purché siano in grado di dimostrare la capacità di guida. Il problema è che non è facile per un bambino imparare a condurre correttamente un PWC, specie se non ne ha una a disposizione per fare un po’ di “scuola guida”. Il processo di apprendimento può richiedere 4-6 mesi, causando ulteriori ritardi nel raggiungimento della mobilità indipendente e aumentando il divario con i coetanei.

È qui che entra in gioco ALYN che nel 2009, con il sostegno finanziario dei Fondi Nazionali di Previdenza sociale, ha acquistato 15 PWC destinandoli a un programma di prestito, affinché i bambini li portassero a casa e imparassero a usarli nel loro ambiente naturale. Essendo l'unico programma del genere in Israele, però, la lista d'attesa è cresciuta e la necessità di una soluzione più ampia e accessibile a tutti è diventata sempre più urgente.

È stato allora che la dottoressa Naomi Gefen, vicedirettore dei servizi sanitari di ALYN e terapista occupazionale, ha iniziato a guardarsi intorno. Una ricerca che l’ha portata ad incontrare il Dr. Philippe Archambault, il cui team presso la McGill University di Montreal ha sviluppato il McGill Immersive Chair Simulator (MiWe): un simulatore destinato agli adulti con cui sviluppare le proprie capacità di mobilità elettrica in clinica o a casa. Gli utenti utilizzano un joystick e uno schermo per condurre un PWC virtuale attraverso ambienti digitali che riproducono quelli reali. I vari “livelli” li vedono impegnati a fare la spesa in un supermercato, attraversare la strada a un incrocio, aprire le porte e utilizzare un ascensore. Il programma tiene traccia dei tempi e delle collisioni per indicare la loro competenza. Su incarico di ALYN il Dr. Archambault ha così sviluppato una versione del simulatore adattata ai bambini dell’ospedale di Gerusalemme. È nato così il MiWe-C, che mette alla prova i suoi utenti attraverso simulazioni adatte alla loro età, aggiungendo funzionalità di lingua ebraica e integrando gli ambienti virtuali con percorsi che replicano quelli utilizzati per addestrare gli utenti all'interno dell'ospedale. Per la prima volta un bambino con disabilità può esercitarsi alla guida di un PWC senza la necessità di averne uno realmente accessibile, imparare a usarlo e candidarsi così per ottenere gratuitamente quello che gli spetta.

I test clinici hanno infatti indicato che l'abilità alla guida al simulatore era un equivalente valido e affidabile dell'abilità alla guida sullo stesso percorso nel mondo reale e che non c'era differenza tra l'addestramento al simulatore e l'addestramento vero su un PWC. Risultati che hanno convinto il Ministero della Salute a cambiare la politica sulla fornitura di PWC per i bambini, riconoscendo che la prova di abilità di guida sul MiWe-C è sufficiente, anche se in realtà non hanno ancora guidato un vero PWC.

Oggi, Naomi Gefen continua a migliorare il progetto MiWe-C. Ad esempio per rendere l'esperienza di utilizzo del simulatore il più vicino possibile al mondo reale. È importante che un bambino si eserciti nel proprio ambiente e i terapisti avranno a disposizione strumenti di editing digitale in grado di ricreare gli ambienti personali per ogni bambino come la casa e la scuola aggiungendo inoltre persone e ostacoli. L’obiettivo non è più solo conquistare una “patente” per PWC, ma muoversi nel proprio mondo in modo sempre più indipendente.



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