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Michael, la storia di una rinascita

La notte del 29 giugno 2024 un violento incendio è scoppiato nella casa della famiglia Zahavi, dove vivono Adina, Arie e i loro nove figli. La madre è stata la prima a comprendere la gravità della situazione e ad agire. "Non ha pensato nemmeno per un attimo a sé stessa, ma solo ai nostri bambini," ricorda il marito – Adina ha fatto il possibile per portare TUTTI i figli fuori casa il più rapidamente possibile. Non si è curata del pericolo né delle difficoltà, come ad esempio quando raggiunse Michael, che era già gravemente ustionato, nella sua stanza”.

Nella confusione di quei momenti Adina, in preda all’emozione e allo sfinimento fisico, non si è resa conto di averli tratti tutti in salvo, ed è tornata ancora una volta nell’abitazione in fiamme per assicurarsi che nessuno fosse rimasto tra le fiamme. E quell’ultimo gesto di eroismo le è stato fatale. 

Michael, 9 anni, deve la vita a sua madre, ma le conseguenze dell’incendio su di lui sono state devastanti: oltre metà del suo corpo ha riportato ustioni e ha dovuto affrontare dolori fisici ed emotivi intensi. Quattro mesi fa è stato trasferito all’Ospedale ALYN per iniziare un lungo e complesso processo di riabilitazione ancora in corso.

Per Michael e per il personale dell’ospedale, questo processo rappresenta una sfida immensa. Oltre al dolore fisico, alla frustrazione e alla paura che accompagnano il trattamento di ustioni così gravi, Michael ha dovuto affrontare la lotta emotiva per la perdita inconsolabile della madre. Come ricorda Saja, un’infermiera della sua equipe: "Ha dovuto imparare ad affrontare e convivere con questa perdita ogni singolo giorno".

Fin dall’inizio della riabilitazione, Michael ha ricevuto un supporto straordinario dal personale di ALYN.  Medici, paramedici, psicologi e soprattutto gli infermieri, sono stati presenti 24 ore su 24 cercando di aiutarlo in ogni modo possibile. "Tutti hanno sempre dimostrato un atteggiamento premuroso e una pazienza infinita. – Spiega il padre - Gli infermieri non si sono occupati solo del suo corpo, ma gli hanno dato anche il supporto emotivo di cui aveva un bisogno vitale. Sono stati con mio figlio Michael nei momenti più difficili, quando era esausto, dolorante e spaventato. Sapevano come rafforzarlo con le parole giuste, come farlo sentire al sicuro e fargli credere di nuovo in sé stesso".

"Con il tempo ha iniziato a mostrare una forza mentale incredibile. Non ha mai smesso di combattere. Ogni giorno riusciva a fare progressi nella riabilitazione. Anche un piccolo miglioramento richiedeva un enorme sforzo da parte sua, ma era una piccola vittoria. Ha trovato il modo di affrontare il dolore fisico e ha ripreso il controllo sulla sua vita".

L’intera famiglia sta ancora affrontando l’immensa e dolorosa perdita di Adina, ma Michael, il ragazzo che è diventato un simbolo di forza e determinazione, è il faro di luce in questa oscurità. "La riabilitazione di Michael è un raggio di speranza nell’ombra della perdita per tutti noi – continua Arie - La sua guarigione e crescita dopo il disastro ci danno speranza, e sappiamo che non smetterà mai di combattere”.

È ancora la testimonianza dell’infermiera Saja a spiegare bene cosa significhi l’impegno di ALYN per Michael: "È una storia di vero eroismo di una madre che ha sacrificato la sua vita per i suoi figli, e di un bambino che ha mostrato al mondo come rialzarsi dopo una caduta nell’abisso e andare avanti. È una storia di perdita immensa, ma anche di riabilitazione, fede e forza interiore come nessun’altra. E io sono orgogliosa di farne parte".





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