A due mesi dalla sua elezione a Presidente di Amici di ALYN abbiamo intervistato Piergiorgio Segre per farci raccontare com’è nato il suo amore verso l‘Associazione e quali sono gli obiettivi per il 2021
Com’è nato il suo rapporto con ALYN?
In realtà ALYN ha sempre fatto parte della mia famiglia, mia madre aveva cominciato a sostenere l’ospedale già dagli anni 70/80 quando è mancato mio padre, quindi per me è stato naturale continuare a seguirlo. Quindici anni fa poi i rapporti sono diventati più stretti: l’Ospedale ALYN aveva bisogno di qualcuno che potesse fare da rappresentante legale in Italia per gestire una proprietà lasciata da un donatore all’ospedale, ho accettato.
Si ricorda la prima volta in cui ha visitato ALYN a Gerusalemme?
Certo, il mio primo viaggio all’ospedale fu un’emozione incredibile. Ero insieme a mia moglie e alle mie due figlie, che allora avevano l’età di tanti pazienti e la cosa che più mi colpì, fu proprio la loro reazione. Vedere quella realtà attraverso i loro occhi rese la visita ancora più commovente.
Un’esperienza che ha ripetuto spesso?
Una visita è sempre il modo migliore per comprendere il lavoro che viene fatto da ALYN. Cerco di farlo ogni volta che è possibile: tre anni fa persino in occasione di un matrimonio sono riuscito a portare dieci amici. Certo è impossibile uscire con gli occhi asciutti, si vede tanta sofferenza, ma anche tanta voglia di farcela. Si piange quando si vede quali miracoli riescono a compiere attraverso la professionalità dei team e la tecnologia applicata, seguendo tutta l’evoluzione dello stato fisico e psicologico del bambino. Colpisce come ALYN sia un ospedale per tutti, non importa chi sei e che origine hai: sei un bambino e ti curano. E tutto avviene grazie all’aiuto di privati. In ALYN non c’è sala, apparecchiatura, mezzo che non abbia una targhetta che ricordi chi lo ha donato.
La sua partecipazione in amici di ALYN Italia come si è evoluta?
È stata soprattutto Brenda Hirsch, Direttore dello sviluppo delle risorse di ALYN Hospital, a stimolarmi nell’ avere sempre più un ruolo attivo. L’associazione è nata a Venezia nel 1984 grazie a Luciana Bassi Sullam che è stata Presidente fino alla sua scomparsa nel 2004; il timone è passato poi al Comandante Aldo Izzo prima e a Maria Luisa Montel Norsa poi, che è subentrata nel 2017. È stato in questo periodo che mi è stato chiesto di affiancare la presidenza con compiti operativi, anche per allargare le adesioni all’associazione al di fuori del Nord Est e in particolare a Milano.
Adesso che è Presidente quali sono i progetti?
Qualcuno lo stiamo già realizzando, ad esempio attraverso un progetto di restyling della comunicazione che vede un nuovo logo, un nuovo sito, nuovi materiali e una gestione dei social più ampia e dinamica. Stiamo anche investendo nella digitalizzazione del nostro database per tenere sempre informati i soci attraverso newsletter e comunicazioni on line. Tutto questo è funzionale anche al fatto che dobbiamo favorire un ricambio generazionale nell’associazione, coinvolgendo maggiormente i giovani. Poi ovviamente abbiamo il desiderio di ripartire con gli eventi dal vivo di raccolta fondi: la serata di Gala al Piccolo Teatro era sicuramente tra gli eventi più attesi dai nostri sostenitori.
Non nascondo che però tengo molto a poter realizzare un Comitato Scientifico che permetta di condividere anche con i professionisti italiani l’innovazione medica applicata che viene sviluppata da ALYN. Ogni volta che vengono organizzate visite di medici nell’ospedale di Gerusalemme vedo un grandissimo interesse. Sarebbe davvero bello condividere anche questo know how.