Perché nessun disabile rimanga indietro (neanche in carrozzina)
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Perché nessun disabile rimanga indietro (neanche in carrozzina)


"Quando riesci a dare una sedia a rotelle a un bambino, lui diventa indipendente", spiega Chava Rothstein, co-fondatrice insieme a Pablo Caplan di Chairs of Hope, letteralmente “Carrozzine della speranza”. Una sfida perfetta per ALYNnovation, la divisione di ALYN rivolta a imprenditori che, insieme al team dell’Ospedale, sviluppano soluzioni di tecnologia assistiva per bambini. Progetti che si trasformano in prodotti destinati a una commercializzazione su scala globale.

L’obiettivo di Chairs of Hope è proprio questo: realizzare una carrozzina per bambini disabili che sia durevole, leggera, ma anche economica, in modo da essere alla portata di tutti. Infine, per rendere più impegnativa la sfida, deve essere pratica. Di solito chi non può permettersi una carrozzina costosa vive in ambienti dove le infrastrutture sono minime e una sedia a rotelle non può arrivare agevolmente nemmeno in strutture primarie come le scuole. È un problema molto più vasto di quanto non si pensi: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, ben 75 milioni di persone nel mondo hanno bisogno di una sedia a rotelle, ma solo il 10% ha la possibilità di averne realmente una. Da qui l'impegno di Chairs of Hope per "non lasciare nessuno indietro", nemmeno nelle più sperdute zone del mondo e di attuare un vero cambiamento nelle vite dei più piccoli, delle loro famiglie e della società in cui vivono.

La partnership tra ALYNnovation e Chairs of Hope ha permesso oggi di sviluppare una sedia a rotelle di seconda generazione che va decisamente in questo senso: ampio uso di materiali plastici, ma con una grande resistenza e facilità di produzione a costi contenuti. “Penso che sia lo spirito israeliano che portiamo al progetto, - spiega Pablo - lavorare per una soluzione innovativa per portare un prodotto migliore e più conveniente”.


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