Vi abbiamo parlato tante volte di quanto il lavoro dei Clown medici sia importante nel processo di riabilitazione dei piccoli pazienti di ALYN. Oggi vogliamo ribadirlo attraverso una testimonianza davvero toccante: quella di Ariel Keren, un clown medico che ci parla di come funzioni quel processo che, attraverso l’umorismo, permette di convivere con i nostri ricordi dolorosi persino in questi difficili tempi di guerra.
“Negli ultimi dieci anni ho lavorato come clown medico all'Ospedale ALYN di Gerusalemme e in questo affascinante percorso ho scoperto quanto una risata sia in grado di migliorare la resilienza delle persone. L’esperienza di un ricovero ospedaliero ha molto in comune con quella della guerra. C'è paura, incertezza, c'è una realtà che cambia attorno a noi e su cui non abbiamo il controllo e c'è una solitudine piena di ricordi dolorosi. Tutta la routine della vita è sconvolta dalle limitazioni che dobbiamo affrontare.
I clown medici con il naso rosso arrivano negli ospedali e cercano sempre di interagire con i pazienti con curiosità e con l'aiuto dell'umorismo. Personalmente ottengo buoni risultati facendo magie buffe e numeri molto fisici, ad esempio facendo finta di sbattere contro un palo o scivolare e cadere, ma anche improvvisando storie, in cui inizio un racconto senza sapere come finirà. Comincio stabilendo una relazione positiva con il paziente e la sua famiglia, poi lascio che siano loro ad avere l'esperienza del controllo. Ad esempio, il paziente o la sua famiglia possono decidere quale canzone suonare, quale gioco giocare, qualsiasi idea o azione che li distacchi, anche solo per un momento, dalla realtà meno piacevole del presente è un’idea eccellente se viene da loro.
Per capire quanto sia importante distaccarsi dalla dura realtà attraverso l'umorismo, immaginate una vacanza in famiglia di una settimana dove tutto sembra non funzionare: magari l'hotel scelto è deludente e il giorno della gita tanto attesa piove. Tuttavia, tornando ai ricordi di quell’esperienza, saranno principalmente immagini felici e la maggior parte di noi riuscirà a parlarne in modo divertente "Ricordi quando pioveva il giorno del parco divertimenti e papà non si accorse che stava calpestando una pozzanghera enorme bagnandosi tutto...??? - tutti ridono - Poi siamo andati in un ristorante strano con luci al neon e abbiamo bevuto una cioccolata disgustosa - altre risate ".
È un esempio che illustra il ruolo dei clown medici in tempi come questi che stiamo vivendo: davanti a noi c’è qualcuno che ha avuto l’esperienza di un terribile trauma, vorremmo allontanarlo da una realtà incomprensibile anche solo per pochi istanti e ricordargli che quello che ha vissuto non è la routine, perché la routine è migliore. Anche se è difficile, quasi impossibile, vedere il bene nel dolore, c'è spazio per la risata e l'umorismo per rivelargli che esiste la luce alla fine del tunnel della sofferenza. Quando le persone sorridono, trasmettono al mondo e al proprio corpo che si trovano in un luogo calmo e sicuro, in un luogo accogliente, in un luogo dove ci si può lasciar andare e persino sentirsi bambini. È importante piantare anche solo un ricordo felice e positivo nella memoria traumatica di quei giorni.
In particolare, i bambini piccoli sentono l'intera gamma delle emozioni con grande intensità, direttamente dal cuore.
Ma in ognuno di noi c'è un dolce, affascinante e sano bambino interiore.
Se ridiamo come bambini, faremo il più grande passo verso la guarigione.
Mio nonno Shmuel trascorse tre anni ad Auschwitz. Rimase nell'inferno in terra per quasi 1.000 giorni. Eppure se leggi le sue memorie troverai molto umorismo. Descrive come perse l'intera famiglia, compresi sua moglie e suo figlio, ma non racconta un luogo di sconfitta e depressione, quanto invece un luogo di trionfo, eroismo e sopravvivenza. L'umorismo nelle memorie della Shoah è così potente perché mostra che un nemico può sconfiggere il corpo e negare la libertà, ma non può sconfiggere l'anima. E l'umorismo è la parte più sana dell'anima.
Commentaires